ANTROPOLOGICA

Adding an anthropologist to a research team is like moving from black-and-white TV to color

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Breve Storia personale

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Mi diplomo nel 1986 come Tecnico Elettronico (Tecnico Industria Elettrica ed Elettronica). Dopo un esame (quasi due!) nel corso di Laurea di Ingegneria Nucleare a Pisa, scopro che l’ingegneria non è la mia strada. Lavoro dal 1988 prima in proprio e poi come socio rappresentante di una piccola impresa (Giemme Elettronica) sino al 1992.

Nel frattempo però ho praticato la speleologia, sino a farla diventare la mia attività principale (anche grazie ad una esperienza di alpinismo praticato sin dalla prima infanzia causa: entrambi genitori rocciatori). Partecipo nel 1989 ad una sperimentazione di spedizione a lungo termine in Messico (Chiapas) (9 mesi).

Nel 1993 parto per la Bolivia dove rimango molto più tempo del previsto (i tre mesi previsti diventano 2 anni) e partecipo in un processo di sviluppo entusiasmante nell'area di Santa Crux de la Sierra, lavorando con una ONG locale (Proceso servicios educativos). Intraprendo un lungo percorso di formazione in tecniche partecipative di progettazione e monitoraggio di progetti e nei metodi dell' "Educaciòn Popular". Dal 1994 mi sposto a Camiri, per parteciapre ad alcune attività della campagna di alfabetizzazione Bilingue nell’Area Guaranì. COllaboro con l'Antropologia Irma Penner, lavoro come fotografo (vengo nominato fotografo ufficiale della Asamblea del Pueblo Guaranì per il 1994). Collaboro con varie organizzazioni locali (Unicef ProGuarani, TEko Guarani, Cipca e Caritas - Camiri) sfruttando da un lato le mie competenze tecniche e dall’altro quelle acquisite nel precedente anno.

Nel 1995 decido di rientrare in Italia per perseguire gli studi, avendo scoperto l’acqua calda: la tecnologia non può risolvere i problemi... le cose sono molto più complesse di quanto appaiano.

A Settembre 1995 Mi iscrivo al corso di Laurea in Filosofia indirizzo Etnoantropologico a Siena, dopo 2 anni inizio a collaborare con la cattedra di Antropologia Culturale per un progetto di didattica sperimentale molto interessante, ma che purtroppo deve chiudere dopo 2 anni per mancanza di fondi. Nasce però un gruppo di lavoro molto affiatato. A breve iniziamo un progetto in collaborazione tra Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali e l'Amministraizone Provinciale di Arezzo, con obiettivo la realizzazione di strumenti per la nuova filosofia nell’orientamento professionale dei giovani: il progetto “Oriéntati – Orientàti” al quale partecipo prima come tecnico e poi come coordinatore e ricercatore.

Tra il 2004 e il 2007 mi sono occupato di testimonianze orali relative al Brigante Frà Diavolo (Itri, Latina) per conto del Museo Etnoantropologico di Itri ed al Brigante Tiburzi (Cellere – Montalto di Castro) per il costituendo Museo del Brigantaggio di Cellere.

Finalmente nel 2007 mi laureo con la tesi "Tecnologie digitali e Ricerca Entnoantropologia" ottenendo il massimo dei voti.

Il mio percorso di studi è incentrato sulle problematiche di comunicazione, interpretazione e rappresentazione della realtà, con forte orientamento cognitivista. Gli approfondimenti di Antropologia Visiva  abbianti alle competenze tecniche acquisite precedentemente, mi hanno permesso di sperimentare con metodologie di archiviazione, analisi e trattamento di dati audiovisivi utilizzando software per l'analisi qualitativa (CAQDA) in particolare le applicazioni di Transana, approfondendo le problematiche legate alla comunicazione audiovisiva (filmica in particolare) e le applicazioni delle tecnologie digitali alla ricerca etnoantropologica.

Per vari anni ho curato le riprese ed i montaggi della Compagnia di danza contemporanea Movimentoinactor teatrodanza, portando avanti una riflessione su coreutica, comunicazione e linguaggio filmico.

Oggi, dopo l'esperienze  con il progetto "Formazione Istituzionale, Ricerca e Documentazione per lo Sviluppo Agroforestale Sostenibile delle Comunità Mapuche del Cile" e le espansioni del progetto in Paraguay (Chaco Paraguayo, depto. Boqueron) mi sto concentrando sulla gestione sostenibile del territorio e le integrazioni tra Geomatica ed Etnografia.

Sono tra i fondatori del Centro Ricerche EtnoAntropologiche (C.R.E.A.)  e appartengo stabilmente al  Centro Interdipartimentale di Studi sull'America indigena (CISAI) dell'Università di Siena

Dal 2007 collaboro con il Centro Studi Americanistici "Circolo Amerindiano' Onlus

Polveri sottili: cosa possiamo fare e quali sono le fonti di dati

Qualche giorno fa ho scritto due post sul mio sito personale, uno sulle fonti di emissioni di PM10 e le ordinanze  di idati e uno su "Accendere il fuoco dall'alto: ridurre emissioni e massima efficienza"

Due motivi mi hanno spinto:

1. Sento troppo spesso fare affermazioni senza citare quali sono le fonti. Se non ho dati e fonti, sono opinioni, che possono essere anche giuste, ma non possono essere una base di discussione. ARPAT, Unione Europea e ISPRA non sono ragionevolmente d'accordo, e con minime varia nel riportare che la principale fonte sia il riscaldamento. Mi piace parlare e confrontarmi, ma vorrei farlo su basi ragionevoli e non su sentito dire. SE qualcuno ha studi affidabili per confutare discutiamone. Ho quindi pubblicato Polveri sottili ed ordinanze con alcuni dati per avviare una riflessione sistematica. (Link alla fonte dati dell'immagine ARPAT)

2. Credo imporante pensare a cosa possiamo fare noi, piuttosto che concentrarci sempre su quell oche possono fare gli altri. Nello specifico, possaimo certo rifletter sulle politiche nazionali, ma poi dobbiamo nache pensare a quell che facicamo, dato che se bruciamo le potature, oltre a disperdere la maggior parte dei nutrienti sottratti alla terra, che si concentrano nelle ramaglie e nelle foglie, creiamo una gran quantità di PM10 e PM2,5. Accendere il fuoco dall'alto è una tecnica che da ottimi risultati, semplifica l'accensione del fuoco e riduce le emissioni.

 
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